È inesauribile la lista di mostre, pubblicazioni, eventi che vengono dedicati a Gabrielle Chanel nel mondo, come inesauribile fu il suo talento nel vestire le donne e la sua volontà di cambiare i modelli femminili nella società.
Sembrava di aver già detto tutto su Mademoiselle quando un nuovo evento di portata internazionale si affaccia sul panorama delle mostre più hot, che, nonostante al momento sia in stand-by a causa della pandemia, è già pronta a mostrarsi al pubblico appena riaprirà i battenti, si vocifera molto presto.
È una Chanel intima e al contempo glamour quella che il Manifesto della moda ci illustra, e per fare questo ha avuto necessità di uno spazio apposito, dove accogliere chi desidera scoprire gli aspetti meno conosciuti dell’emozionante universo di Coco.
Il Palais Galliera, il Museo della Moda della città di Parigi, dopo i lavori di ampliamento dei suoi spazi, oggi si estende su una superficie di quasi 1500 m2 – comprese le gallerie sotterranee appena aperte – e contiene una collezione permanente di oltre 200.000 capi di moda. La nuova sezione appena creata mostrerà oltre 350 capi di Chanel provenienti sia dalle collezioni del Palais Galliera che dal Patrimoine de Chanel, oltre che da musei internazionali come il Victoria & Albert Museum di Londra, il De Young Museum di San Francisco, il Museo de la Moda di Santiago del Cile, il MoMu di Anversa, nonché da collezioni private.
La prima retrospettiva parigina, Gabrielle Chanel. Manifeste de Mode, è divisa in due parti, una cronologica e una a tema che invita a decifrare i codici di abbigliamento Chanel. Il “manifesto della moda” di Gabrielle Chanel (1883-1971) è il messaggio rivoluzionario che la stilista ha trasmesso e continua a trasmettere a generazioni di designer, con quella sua attitudine naturale a rendere le donne eleganti, libere, rilassate, e per le quali ha dedicato una vita di duro lavoro e pochissime distrazioni. È stata la sua missione liberare i corpi femminili e renderli sicuramente più belli ma anche più comodi e consapevoli.
Gabrielle Chanel era cresciuta in un orfanotrofio dell’Abbazia Cistercense di Aubazine del quale aveva assorbito lo stile austero e rigoroso, e dopo un apprendistato in una maglieria di Mulins, nel 1912 si trasferisce a Deauville aprendo il suo primo atelier di modista, e poi a Biarritz e a Parigi, dove regnava indiscusso lo stile di Paul Poiret. Chanel è artefice di una vera rivoluzione e con coraggio e tenacia riuscirà pian piano a diventare la regina dell’Haute Couture.
Abbandonando le esagerazioni della moda della Belle Époque, il suo primo capo è l’iconica maglia marinière in jersey del 1916, in cui sovverte i canoni della moda femminile abdicando a uno stile più maschile, confortevole e senza fronzoli adatto alle donne dinamiche, come lo era lei. Il comfort, la funzionalità, la sobrietà e l’eleganza del guardaroba maschile sono la chiave del suo successo. Modelli sportivi per il giorno si affiancano ai celebri abitini neri “la petite robe noire”; ama gli abiti monocromatici bianchi, beige, blu notte, neri, e attraversando i ruggenti anni ’20 e i sofisticati anni ’30, li reinterpreta con perle, paillettes, frange e ricami di incredibile raffinatezza. L’incontro con Maria Pavlovna, la granduchessa russa nipote dell’ultimo zar, è la scintilla che la introduce ai gioielli bizantini, di cui si innamora e di cui inizia a introdurre copie nelle sue mise, con spille, bracciali e sautoirs, senza perdere l’impronta con cui l’immaginario collettivo la conosce.
Durante la Seconda guerra mondiale la Maison al 31 di rue Cambon viene chiusa, e le uniche cose ancora in vendita sono profumi e accessori, ma appena può riaprire, Gabrielle riprende a disegnare abiti raffinati e disinvolti, in controtendenza con gli abiti iperfemminili, ma scomodi, dell’America degli anni ’50, proponendo tailleur, giacche morbide e leggere, gonne al ginocchio, scarpe basse bicolore, e la borsa che diventerà un’icona, la matelassé 2.55 con catena bandouliere. Gabrielle Chanel lancia la sfida a tutte le convenzioni del tempo.
Una sala del Palais Galliera è dedicata interamente alla storia della quintessenza dello stile Coco, il profumo Chanel N° 5, creato nel 1921 e a tutt’oggi icona di femminilità sensuale. Basti solo pensare che una star come Marylin Monroe ne fece il suo vessillo. Chanel N° 5 è una pietra miliare nella storia della profumeria, diventa l’accessorio invisibile ma essenziale della donna moderna.
I dieci capitoli della mostra sono introdotti da altrettanti ritratti fotografici di Gabrielle Chanel che ne illustrano l’evoluzione e l’identificazione con il suo stesso marchio. Audace e misurata, Chanel riuscì a sviluppare un proprio stile distintivo, che nella comodità riusciva a trovare un mood armonioso ed estremamente chic.
La seconda parte della mostra è un invito a decifrare i codici di abbigliamento di Chanel: il tailleur in tweed intrecciato, le décolleté bicolore, la borsa trapuntata, nera, beige ma anche rossa, bianca e oro, e i raffinati gioielli che entrano a pieno titolo a far parte del look Chanel.
Con grande fascino Coco è riuscita a influenzare generazioni di stilisti, e le versioni romanzate della sua biografia contribuirono a creare quell’alone di mistero che ne rafforzarono l’identità. La complessa personalità di questa donna che da un collegio della provincia francese raggiunse l’olimpo dell’Haute Couture, stregando il mondo dell’arte e dei gossip, sono solo il sottofondo del vero nucleo della mostra, che si focalizza sul suo lavoro di sarta, da un piccolo atelier di provincia all’impero della moda più “alta” di Parigi.
Pubblicato su Costa Smeralda, 17/12/2020