L’India più magica e fiabesca del nostro immaginario sembra prendere forma proprio qui, in Rajasthan, lo Stato più grande dell’India, situato al suo nord. Si rivela agli occhi e allo spirito con templi solenni, palazzi sontuosi, città fantasma, forti arroccati sulle rocce e un tripudio di colori ora brillanti ora delicati, gioielli da mille e una notte, e tessuti preziosi.

Quest’area dell’India racchiude tesori antichi e una vita pulsante che non si può dimenticare. Il Rajasthan, come il resto del Paese, presenta mille contraddizioni: tra visioni da sogno emergono condizioni di vita ancora drammatiche e per conoscere la sua realtà non ci si può fermare alle bellezze architettoniche e paesaggistiche, ma è necessario avvicinarsi al suo straordinario popolo.

Se è la prima volta che viaggiate nel Rajasthan il consiglio è di seguire il percorso classico per non perdere le tappe fondamentali. Molti voli collegano le principali capitali internazionali con Delhi, metropoli immensa e caotica ma ricca di storia e di patrimoni artistici, e da lì potete muovervi alla volta di Agra, per ammirare il maestoso Taj Mahal, una delle nuove 7 meraviglie del mondo.

Ora siete pronti per iniziare il viaggio alla scoperta del Rajasthan: la prima sosta d’obbligo è la città fantasma di Fatehpur Sikri, un sito ben conservato che si divide fra l’area sacra e quella secolare, entrambe ricche di palazzi monumentali e di sculture raffinate in arenaria rossa. Pilastri e archi ornamentali si susseguono a chhajjas (parasole) e jharokhas (tipiche finestre con le grate) nei palazzi chhatris, conferendo alla cittadina uno stile eclettico e unico nel suo genere.

Muovendovi da Fatehpur Sikri alla volta di Jaipur, che raggiungerete in circa tre ore d’auto, lasciate una città fantasma per immergervi in una realtà che più viva non potrebbe essere. Ecco la “Città rosa”, soprannominata così per via dei tanti palazzi di arenaria dipinti per accogliere il principe del Galles, nel 1876. Superlativo è l’Hawa Mahal, o Palazzo dei Venti, un bel palazzo a cinque piani che si riconosce per l’incantevole struttura a nido d’ape della facciata, realizzata con tante finestrelle che servivano per preservare dagli occhi indiscreti le signore della famiglia reale. Da lì potevano guardare lo svolgersi della vita quotidiana senza essere viste. La particolare forma delle finestre permetteva anche il ricircolo d’aria, mantenendo fresca la temperatura interna del palazzo, di grande giovamento nelle giornate più torride.

Per gli amanti dell’astronomia il Jantar Mantar è da non perdere, infatti è uno degli osservatori più grandi mai costruiti al mondo; progettato con profonde conoscenze di scienza, religione e arte, vanta la più grande meridiana del mondo, la Samrat Yantra, ed è stato nominato Patrimonio dell’Umanità dell’India nel 2009. Tutt’intorno negozi tradizionali vendono oggetti d’antiquariato, gioielli, gemme, ceramiche, tappeti e tessuti.

Puntando alla Via della Seta, un tempo battuta dalle rotte che collegavano il Vicino all’Estremo Oriente, ci si imbatte nella cittadina di Mandawa, un avamposto di fondamentale importanza per i commerci. Durante il XVII secolo la cittadina ospitò una casta di mercanti, i Marwari, che approfittarono dei traffici di merci per arricchirsi col commercio di stoffe, spezie e oppio; a testimonianza della loro ricchezza restano ancora oggi in città abitazioni di grande valore artistico, le haveli, decorate con affreschi, dipinti e sculture: all’epoca i proprietari facevano a gara per costruire la più bella, misura di uno status sociale elevato. Sulle pareti esterne sono raffigurate scene mitologiche, storiche e religiose, spesso una divinità come Ganesh appare sui muri, a protezione delle case. Purtroppo oggi molte haveli sono state abbandonate, ma alcune di esse sono state trasformate in suggestivi hotel.

Il Rajasthan si distingue anche per la presenza di animali di tante specie. Certamente avrete fatto la conoscenza di vacche, maiali, cammelli, elefanti e scimmie, ma forse non vi aspettate di fare un incontro ravvicinato con i topi. Sì, perché in India i topi sono sacri e se vi fermate al tempio di Karni Mata vi imbatterete in migliaia di roditori cui gli abitanti offrono latte e polpette dolci per ingraziarsene i favori. Qui i topi sono venerati, e fare del male a uno di essi può costarvi una pena severa, poiché secondo le credenze avrete attirato un’enorme sventura. Se non temete la vicinanza con i venerabili sorci, cercate di individuare l’unico topo bianco: vi ingrazierete i favori della dea a cui il tempio è dedicato, e avrete grande fortuna.

Ma se non volete dilungarvi in questo genere di esperienza potete rapidamente salutare i simpatici topolini e spingervi una trentina di km oltre, a Bikaner, la città fortificata nel Deserto del Thar, da dove passavano le antiche rotte dei carovanieri. Su Bikaner vigila il meraviglioso Forte di Junaghar, con mura lunghe quasi 1000 metri e 37 bastioni che racchiudono palazzi, cortili, balconate, chiostri, dipinti, sculture in pietra, specchi, cristalli e marmi.

Proseguendo per l’antica Via della Seta, in posizione strategica sulle piste carovaniere tra India e Asia, si rivela all’improvviso Jaisalmer, il cui gigantesco castello che pare di sabbia è collocato su un’altura chiamata I Tre Picchi; come un miraggio il castello evoca gli antichi splendori del deserto e le esotiche piste dei carovanieri. Jaisalmer è una cittadina costruita nel XII secolo la cui architettura in pietra dorata giace nel totale silenzio del deserto. Il forte, i palazzi, e i templi giainisti superbamente scavati nelle rocce sono reminiscenze di una storia gloriosa. Tra i 99 immensi bastioni che circondano le strette viuzze del forte si materializzano case ancora abitate ed edifici scolpiti e decorati, e splendide haveli in legno e arenaria gialla, le più belle della regione. Tutt’intorno vi sorvegliano le dune e i villaggi del deserto.

La chiamano Sun City perché pur essendo situata nell’area del Deserto del Thar Jodhpur gode di un clima favorevole, o anche la “Città blu”, per la vernice che colora buona parte degli edifici; in origine il colore blu era destinato alle case dei Bramini, oggi è mantenuto perché pare che tenga lontani gli insetti. Il cuore della città vecchia ha vicoli così stretti che non consentono il passaggio di automobili ma solo calessi o risciò, e vanta una delle fortezze più grandi dell’India, il Mehrangarth Fort: imponente e misterioso, accoglie cortili e splendidi palazzi in stile rajput, come il Palazzo della Perla, con le pareti rivestite di polvere di conchiglia e l’ala riservata alle donne con le pareti finemente intarsiate, il Palazzo del Piacere e il Palazzo dei Fiori, con i suoi affreschi d’oro.

Il viaggio sta terminando, e potete concedervi una sosta idilliaca a Udaipur, un meritato riposo dopo i tanti chilometri macinati, quando i piedi impolverati e gli occhi stanchi reclamano ristoro. Questa cittadina immersa in un’atmosfera incantata è costellata da laghi che la gente del posto vive come parte della vita quotidiana: c’è chi fa le abluzioni, chi lava i panni, chi prega e chi gioca a carte con gli amici sulle rive. Anche questa è l’essenza della cultura e della sacralità dell’India. Con lo sfondo dei verdissimi monti Aravalli, un dedalo di stradine si snoda fra palazzi dipinti, templi, haveli, bazaar: su tutti domina il Lake Palace, sull’isolotto Jag Niwas: adagiato sulle acque tranquille del lago Pichola, era il palazzo d’estate del Maharaha che vi si recava con l’intera corte, ora è stato trasformato in hotel di lusso.

Un viaggio in Rajasthan non è completo se non ci si lascia sedurre dalla varietà della cucina, speziata e piccante nei piatti tandoori ma soave e delicata nei naan e chapati (tipi di pane sottile), stuzzicante nei baati, polpette di pane fritto, di cui esiste una versione dolce ricoperta di zucchero, i choor … ma fermiamoci qui, per non togliervi le sorprese che da soli vorrete scoprire in questa terra meravigliosa e magica.

Ph. Tiberio Frascari

Pubblicato su Handbook Costa Smeralda il 28/11/2019

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