Lisetta Carmi, non è solo una stimatissima fotografa, ma prima di esprimersi in quest’arte fu una talentuosa pianista. Nata a Genova da famiglia ebrea, dovette presto rifugiarsi in Svizzera dove iniziò a studiare il pianoforte, con risultati tanto eccezionali da diventare concertista a livello internazionale. Dopo molti anni di esibizioni sentì però di avere un’altra vocazione, e decise di abbandonare la carriera musicale per dedicarsi all’impegno sociale, utilizzando il mezzo fotografico per comprendere l’essenza dell’umanità più disagiata ed emarginata.

Iniziò così a girare il mondo ritraendo persone e cogliendone gli stati d’animo più autentici, fotografò luoghi e paesaggi, restituendoci scatti di tale spessore da farla accostare alla maestria di Henri Cartier-Bresson.

La mostra su Lisetta Carmi al Museo MAN di Nuoro

È un capitolo inedito della vita di Lisetta Carmi quello che oggi possiamo ammirare nelle sale del Museo MAN di Nuoro, e precisamente il periodo in cui l’artista soggiornò in Sardegna, fra il 1962 e il 1976. All’isola e ai suoi abitanti ha dedicato centinaia di scatti in bianco e nero, fra ritratti, scorci paesaggistici, borghi, ricchezze naturali, ma soprattutto spaccati di vita, restituendo dignità alla povertà e allo spirito fiero dei sardi.

La vita quotidiana di gente semplice, contadini, fornai, pescatori e lavoratori del sughero viene sublimata da un bianco nero espressivo e drammatico che sa cogliere nell’anima delle persone e dei luoghi. Un funerale a Nuoro, l’uscita dalla chiesa e la cima del monte San Giovanni a Orgosolo, la fabbrica di sughero di Calangianus, il lago Posada svuotato dall’acqua sono solo alcuni degli intensi ed evocativi scatti che popolano le sale della mostra, a cui si aggiunge una serie inedita di diapositive a colori che ritraggono i paesaggi dell’entroterra sardo, con boschi, laghi e fiumi colti nella loro dimensione più arcana e misteriosa.

Voci allegre nel buio, le sezioni della mostra

Infine, due sezioni della mostra sono dedicate alle famose serie dei Travestiti e dei Camalli del porto di Genova, in cui si evince tutta l’empatia dell’artista per le persone che vivono ai margini della società o costrette a condizioni di lavoro durissime. Utilizzando la macchina fotografica come strumento di denuncia sociale Carmi ha girato il mondo per documentare la vita dei più fragili, fino ad approdare in Oriente, dove si è avvicinata a una dimensione interiore più spirituale. Dopo avere conosciuto il maestro illuminato Babaji, ha messo in pratica i suoi insegnamenti e aperto nel 1979 l’ashram Bhole Baba a Cisternino, in Puglia, dedicandosi alla pratica e alla divulgazione della sua filosofia.  E lì tutt’ora vive.

La mostra Lisetta Carmi. Voci allegre nel buio – curata da Luigi Fassi e Giovanni Battista Martini e visitabile fino al 7 marzo 2021 presso il MAN Museo d’ArteProvincia di Nuoro – è un omaggio appassionato e avvincente a una delle più significative protagoniste della fotografia italiana del secondo dopoguerra e alla bellezza più intima e selvaggia della Sardegna.

Pubblicato su Costa Smeralda, 31/12/2020

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