Il consumo dei molluschi è sempre più diffuso in tutto il mondo, ma avete mai pensato a dove vanno finire le loro conchiglie dopo che i prelibati abitanti sono finiti nei vostri piatti? Solo in Francia vengono scartate ogni anno 150.000 tonnellate di gusci di ostriche, ma anche in Italia il consumo è assai imponente e di conseguenza i prodotti di scarto. Da qualche tempo alcune aziende virtuose hanno deciso di donare una seconda vita a questi detriti e di riciclarli per creare oggetti, materiali per l’abbigliamento e prodotti per l’agricoltura rispettosi dell’ambiente, recuperando le conchiglie nei centri di raccolta dei rifiuti, per poi selezionarli e triturarli.

Dalle discariche all’abbigliamento da surf

L’azienda produttrice di abbigliamento per il surf Soöruz di Charente-Maritimes, presso la La Rochelle, in Francia, ha ottenuto dalla polvere di guscio d’ostrica una innovativa schiuma isolante da inserire tra il tessuto interno ed esterno delle mute da surf, per renderle impermeabili ed estremamente confortevoli. Consapevole dell’impatto ambientale del neoprene, da oltre un decennio Soöruz sta cercando di ridurre la sua impronta ambientale sviluppando nuovi materiali rinnovabili e riciclabili. La prima svolta è avvenuta con l’uso di calcare al posto del neoprene, che limitava l’uso di materiali petrolchimici, ma era pur sempre un processo di estrazione energeticamente dispendioso. Nel 2018, sono stati effettuati i primi test di frantumazione del guscio d’ostrica a La Rochelle, e i risultati della ricerca hanno permesso di creare due nuovi materiali, il Biöprene (un mix di polvere di ostrica, gomma naturale, canna da zucchero, olio vegetale non alimentare) e l’Oysterprene©. Il processo consiste nel sostituire il calcare con il prodotto naturale, riciclato e rinnovabile ottenuto dalla macinazione dei gusci di ostriche. Questa soluzione permette di non perdere l’efficienza tecnica delle mute favorendo la sostenibilità ambientale senza costi aggiuntivi per il cliente.

Le nuove applicazioni per il design e l’agricoltura

Anche la società Ovive, sempre a Charente-Maritimes, è specializzata nel riciclo di gusci di ostriche che una volta ridotti in polvere vengono utilizzati per produrre oggetti da bagno e montature per occhiali alla moda. Ma anche l’Italia fa la sua parte, e in Sardegna, a Olbia, è stato avviato un progetto che prevede il riuso delle conchiglie delle ostriche, delle arselle e delle cozze per creare oggetti per il design e la moda, e una polvere da usare in agricoltura come correttore del ph del terreno per la coltivazione degli ortaggi. Il progetto P.ri.s.ma.Med., una collaborazione fra l’Italia-Francia, ha promosso un’azione sperimentale per il riutilizzo delle polveri da macinatura dei gusci, dimostrando sensibilità per l’ambiente e in particolare per il mare, dove questi rifiuti vengono sovente abbandonati. Presso l’Istituto Amsicora, in collaborazione con Flag e Coldiretti Nord Sardegna, i gusci triturati vengono mescolati a speciali resine e diventano la base per piastrelle, collane, orecchini e altri oggetti. Sotto l’occhio vigile dell’azienda sanitaria di Olbia i gusci vengono lavorati direttamente nello stabulario, e per evitare che emanino un odore poco gradevole vengono trattati con un prodotto antibatterico che annulla i residui di materia organica.

L’oyster gin, una delizia per intenditori

A quanto pare l’utilizzo dei gusci di ostriche e affini sembra un trend sempre più in ascesa, e ancora molto spazio resta per le sue applicazioni, più o meno fantasiose. Fra queste senz’altro bisogna citare un’idea tutta british per riciclare le conchiglie delle ostriche, cioè la creazione di un gin da veri intenditori. La catena di ristoranti di Londra The Wright Brothers, specializzata in frutti di mare, ha lanciato un gin realizzato (tra gli altri ingredienti) con i gusci delle ostriche Carlingford, l’Half Shell Gin. Per l’oyster gin le ostriche vengono macerate a freddo in alcol neutro e poi distillate, bilanciando il sapore con alghe e altri ingredienti, come il ginepro e il limone di Amalfi. Perfetto, neanche a dirlo, per accompagnare aperitivi e cene a base di molluschi.

Pubblicato su Handbook Costa Smeralda, 25/03/2021

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