Case che spuntano dalle rocce, mare blu cobalto e una profumata vegetazione mediterranea che crea zone d’ombra inaspettate. Un senso di pace, di libertà ed eternità doveva aver colto il giovane Le Corbusier quando sbarcò sull’isola di Capri all’inizio degli anni Venti e ne rimase così affascinato da definirla «un capolavoro di architettura costruito senza architetti». Questo paesaggio unico al mondo aveva stregato per primi i Greci che avevano chiamato Capri «Isola delle Sirene», e nella zona di Tragara si erano stabiliti sia per la sua posizione strategica sia per la facilità di procacciarsi il cibo, forse cinghiali o caproni da cui la zona deriva il nome tragos. 

La nascita di Villa Vismara

In questa atmosfera dove si respira il mito, Emilio Errico Vismara, ingegnere protagonista dello sviluppo turistico dell’isola di Capri, incontra Le Corbusier e gli propone di imprimere la sua personale visione di architettura sulla splendida villa di Punta Tragara. A picco sul mare, abbracciata dalla roccia, baciata dal sole ma protetta da lussureggianti pini, spunta all’improvviso la dimora di Vismara, in una delle posizioni panoramiche più affascinanti dell’isola, sulla scogliera occidentale, con vista diretta sui Faraglioni. L’opera dell’uomo e la magia della natura fanno di Punta Tragara «… un’emanazione della roccia, una filiazione dell’isola, un fenomeno vegetale, quasi un lichene architettonico cresciuto sul fianco di Capri», così annota sui suoi bozzetti il progettista svizzero all’epoca dei lavori.

Il pensiero di Le Corbusier

Le Corbusier, il cui vero nome era Charles-Edouard Jeanneret, è stato uno dei personaggi più importanti del XX secolo. Padre del razionalismo architettonico, i suoi progetti sono presenti in tutto il mondo, e continuano senza sosta a essere fonte di ispirazione per generazioni di architetti e designer. Per Le Corbusier l’architettura è la «costruzione di un rifugio» dove «si mette al riparo il corpo, il cuore e il pensiero», e questa definizione calza a pennello per la villa di Punta Tragara. La classicità si fonde con la modernità, la luce pervade lo spazio, facendo esplodere dalla roccia un’architettura imponente e magnetica. 

Da «Stracasa» a hotel cinque stelle

Vismara chiamava la villa «Stracasa», perché per lui era più di una semplice dimora, era il rifugio amatissimo e fuori dagli sguardi indiscreti in cui accoglieva personaggi illustri: durante la Seconda guerra mondiale divenne un comando americano e ospitò alcuni fra i protagonisti della storia dell’epoca, Dwight Eisenhower, Mark Clark e Sir Winston Churchill. La Stracasa diventò successivamente luogo icona della Dolce Vita caprese e di feste private rimaste nella storia, e a distanza di quasi un secolo si arricchisce di nuove suggestioni. Nel 1968 viene acquistata dal Conte Goffredo Manfredi, che da buen retiro nel 1973 la trasforma in albergo, e, nel corso degli anni, dopo una serie di ristrutturazioni, diventa un esclusivo hotel cinque stelle lusso di cui si occupa in prima persona il nipote Marchese Goffredo Manfredi. Riconoscibile dalla facciata in cotto color arancio, oggi l’Hotel Punta Tragara domina la baia di Marina Piccola, si trova a soli 15 minuti dall’iconica Piazzetta e si può raggiungere a piedi con una delle più belle passeggiate dell’isola. L’hotel esprime tutta l’eleganza di una dimora gentilizia con i suoi mobili antichi, i preziosi arazzi, le incantevoli suite e i corridoi silenziosi, è il luogo ideale per un soggiorno di fascino, quiete e raffinatezza. I nuovi interventi di ristrutturazione hanno reinterpretato con personalità e leggerezza lo stile originale, lasciandone intatta l’aura di paradiso nella roccia, ma mantenendo quell’atmosfera ospitale e discreta che sarebbe tanto piaciuta a Le Corbusier. 

Pubblicato su Isola di Capri Portal, 08/04/2021

Ti potrebbe piacere: