Che cos’hanno in comune i boschi delle Dolomiti e la natura lussureggiante della Virginia?
A parte l’impressionante presenza di un ambiente verdissimo, rigoglioso e incontaminato, oggi condividono il progetto di suggestive Tree Houses, casette fra gli alberi in grado di integrare l’uomo con il contesto naturale e di offrire un “rallentamento” dei ritmi quotidiani immergendosi completamente nel paesaggio.
Lo studio milanese a cui fa capo Peter Pichler, giovane architetto bolzanino, ha progettato e realizzato sulle Dolomiti delle abitazioni sostenibili a forma di tetraedro che si confondono con gli alberi, entrando in totale simbiosi con la vegetazione circostante.
Queste originali abitazioni sono strutturate su due piani e occupano una superficie che oscilla tra i 35 e i 45 metri quadri. Il primo piano accoglie l’area giorno, con uno studio-salotto e un bagno, il secondo piano prevede l’area notte, con una camera da letto e un altro bagno. Due lati del tetraedro sono completamente vetrati e consentono una vista spettacolare sul paesaggio circostante, mentre le pareti chiuse ospitano la scala interna che collega i due piani.
La forma delle casette trae ispirazione dal contesto naturale, in particolare la geometria del tetto si ispira alla densa boscaglia costituita da abeti e larici che ricoprono i pendii delle montagne; per la struttura e il rivestimento sono stati utilizzati legni locali, e le forme architettoniche imitano quelle degli alberi, annullando i filtri tra uomo e natura.
Gli stessi principi sono alla base del villaggio eco-sostenibile progettato per un resort di lusso sulle rive del Dawson Lake, nella Virginia occidentale (USA). Qui la volumetria, con il suo distintivo tetto a falda, si ispira agli alberi d’acero, ai pioppi e alle querce del territorio e le casette saranno realizzate con legname locale. La dimensione e la composizione delle abitazioni sarà la medesima di quelle realizzate nelle Dolomiti, ispirandosi al concetto di slow down tourism, che ambisce a creare una nuova forma di turismo in cui la natura e l’integrazione con l’architettura occupano un ruolo primario.
Il lago Dawson, che occupa una superficie di circa 40 acri, domina un paesaggio selvaggio e meraviglioso nella Virginia occidentale, ed è circondato da oltre 100 acri di prati, ruscelli e paludi che forniscono un habitat protetto per le specie autoctone. Il lago diventerà un “laboratorio vivente” in cui studiare nuovi sistemi ecologici di progettazione degli edifici e nuove applicazioni per l’agricoltura, che oltre a minimizzare l’impatto sull’ambiente incidano positivamente sulla salute delle persone e tutelino l’ecosistema.
Dawson Lake sarà il primo resort di lusso progettato per soddisfare le linee guida del Living Building Challenge – che si occupa di diffondere i principi di energia a impatto ambientale zero – e comprenderà altre costruzioni sostenibili, quali strutture per conferenze, workshop ed eventi, un centro alimentare e agricolo, e un vasto programma di mostre e spettacoli.
Per concludere con le parole di Peter Pichler: “Crediamo che il futuro del turismo si basi sulla relazione tra l’essere umano e la natura. Un’integrazione in cui l’architettura sostenibile può amplificare questa relazione, dove nient’altro è necessario”.
Pubblicato su Handbook Costa Smeralda il 07/01/2020