L’atto più istintivo degli esseri umani, il modo di comunicare più naturale e spontaneo, sembra non appartenerci più.
Abbracciarsi, darsi la mano, toccarsi è quasi un ricordo, proiettati bruscamente come siamo in una realtà che ha sospeso il contatto fisico, sostituendolo con il distanziamento, i dispositivi di protezione, il lavoro a distanza e le relazioni sempre più virtuali. Oggi che la realtà della pandemia investe tutto il mondo, perdiamo oltre a vite umane anche l’umanità della vita, quella magia di entrare in contatto fisico con le persone amiche e sconosciute, allontanandoci dai nostri rassicuranti e condivisi rituali quotidiani. La paura, la razionalità e la cautela ci hanno costretti a frenare i nostri slanci, e probabilmente ci stanno salvando la vita, ma paghiamo in termini emotivi e psicologici un prezzo molto alto.
Con una nuova sfida, l’artista olandese Daan Roosegaarde affronta questo cambiamento epocale e ci fa riflettere su quanto la nostra umanità necessiti di contatti, a qualunque livello.

La Draiflessen Collection
Come immersi in un accogliente grembo materno Roosegarde ci induce a sognare un futuro possibile in cui riappropriarci della nostra istintività, realizzando un’installazione creata per la Draiflessen Collection, un museo d’arte fondato nel 2009 su iniziativa privata della famiglia di imprenditori Brenninkmeijer. Il programma e le mostre del museo affrontano temi fondanti della nostra cultura, come il senso della tradizione e l’anelito verso il futuro, il ruolo della fede e del dubbio, l’abbattimento dei confini e l’aspirazione umana alla libertà, tra realtà e finzione, illuminandoli con prospettive artistiche e scientifiche.

TOUCH, illuminarsi di immenso
È un’illuminazione che coinvolge i sensi quella messa in scena da Daan Roosegaarde, un’opera interattiva che si sviluppa su 4.300 m3, invitando i visitatori a riconnettersi con il prossimo, generando stupore, portando a incontrarsi senza far uso di parole, e trasformando lo spazio in un mondo di sogni effimero che genera luce attraverso il contatto delle mani. Il momento del contatto diventa un’esplosione luminosa, non solo metaforica ma anche concreta: il campo elettronico dell’installazione percepisce quando due persone uniscono le mani e ha luogo un’irradiazione codificata da migliaia di luci stellari.
Come spiega la direttrice del museo, Corinna Otto: “Roosegaarde evidenzia un’azione che non dobbiamo mai più dare per scontata. Ci fa compiere un atto culturalmente e personalmente importante in modo controllato, e nello stesso momento ci apre gli occhi. Invece di avere paura del futuro, egli risveglia consapevolmente la curiosità per le infinite possibilità del futuro, dirige abilmente il nostro sguardo sia verso l’interno che verso la nostra controparte e ci fa così diventare parte di un universo”.
Con Touch viene resa tangibile anche la più piccola interazione fra le persone e ne scaturisce un effetto capace di cambiare il mondo circostante, almeno per il tempo della permanenza. L’installazione ci ricorda quanto è importante essere parte di una comunità, quali forze possono nascere dal lavorare insieme con consapevolezza e fiducia, aprendoci gli occhi su come si può riformulare un futuro condiviso.
La luce è uno strumento essenziale del lavoro di Roosegaarde: “La luce è il simbolo dei nuovi inizi. Per creare un mondo migliore, dobbiamo prima immaginarlo. In Touch uniamo le mani per pensare al nostro futuro comune”, afferma.

The Wellbeing Project
Creato in collaborazione con Draiflessen Collection e The Wellbeing ProjectTouch sarà presentata anche a Biscay, Bilbao, come parte di The Wellbeing Summit for Social Change nel giugno 2022. The Wellbeing Project è un’iniziativa globale sistemica atta a promuovere la cultura del benessere e della salute mentale per tutti i changemaker, e coinvolge centinaia di organizzazioni impegnate in attività sociali mettendo in comunicazione reti e fondazioni no-profit, come la Ford Foundation e la Skoll Foundation, o istituzioni come la Georgetown University e l’Università di Città del Capo, per citarne solo alcune. Il Wellbeing Summit for Social Change è il primo evento che riunisce 1500 leader governativi e aziendali da tutto il mondo, spaziando dalla neuroscienza al benessere, dall’appartenenza ambientale al trauma intergenerazionale, incoraggiando la nascita di culture organizzative più sane.
Trovandosi a muoversi in questo ambito, lo studio Roosegaarde continua il suo percorso di design sociale, coinvolgendo persone, tecnologia e arte in progetti che migliorano la vita quotidiana nelle aree urbane e allo stesso tempo stimolano l’immaginazione, sviluppando nuovi spazi fisici e mentali che promuovono la visione di un mondo alternativo. Con un “tocco” di luce, il potere dell’immaginazione e l’ausilio di menti lungimiranti i cambiamenti sociali sono possibili, ma bisogna illuminare bene il sentiero da seguire e darsi una mano. Non solo simbolicamente.

Images credits: ©Daan Roosegaarde

Pubblicato su Handbook Costa Smeralda il 03/02/2022

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